Com’è cambiata la tipografia, dagli albori ai giorni nostri
Quante volte oggigiorno ci capita di dover fare delle fotocopie o stampare qualche documento? Praticamente sempre.
Queste attività, che oggi diamo per scontate, in realtà non sono sempre esistite. Di sicuro non come le conosciamo noi oggi.
In questo articolo ripercorreremo i passi fondamentali della storia della tipografia.
La tipografia: cos’è e com’è nata
Quando parliamo di tipografia intendiamo le operazioni di stampa di caratteri mobili.
L’invenzione della tipografia è attribuita a Johann Gutenberg: il tedesco fu il primo, negli anni ’50 del XV secolo, a stampare un libro con questa tecnica.
La comunicazione venne totalmente rivoluzionata da questa invenzione, soprattutto se si considera che a Gutenberg si deve anche la nascita dell’inchiostro a base d’olio, una tecnica che consente di ampliare di molto la durata dell’inchiostro sulla carta.
In quegli anni furono tantissime le tipografie che aprirono in tutto il mondo, avendo un successo impressionante e rendendo libri un prodotto “di largo consumo”, naturalmente entro i limiti di un contesto in cui solo le classi più abbienti potevano permettersi l’acquisto di tali prodotti.
In Italia, la tipografia iniziò a diffondersi a cavallo del 1470, quando iniziarono ad apparire i primi stampatori a Venezia.
Nel giro di poco tempo La Serenissima riuscì a diventare uno dei centri di stampa più importanti d’Europa.
Differenza tra tipografia e litografia
Avete mai sentito parlare di litografia? È la tecnica che viene utilizzata per stampare le immagini su carta.
Bisogna tenere presente che, nella prima fase della sua esistenza, la stampa inventata da Gutenberg veniva utilizzata solo per creare copie di testi.
È grazie ad Aloys Senefelder che si ebbe la spinta necessaria a realizzare stampe anche di immagini. A partire dalla sua invenzione vennero poi sfruttati i processi chimici utilizzati per la stampa di immagini, per inventare la cromolitografia, la stampa a colori.
Se volete approfondire, trovate il nostro articolo sulla litografia a questo link.
Dal ‘900 ai giorni nostri: le nuove invenzioni
Le due invenzioni più importanti del secolo scorso nell’ambito della tipografia furono l’invenzione della stampa a quattro colori, detta quadricromia, che permette la realizzazione di stampe a colori con sfumature diverse mischiando ciano, magenta giallo e nero e l’invenzione della rotativa, ovvero la possibilità di effettuare stampe in fronte-retro.
Una volta inventate le stampe a colori, grazie anche al processo di computerizzazione e all’avvento di nuove tecnologie e tecniche, sono nate e cresciute un gran numero di nuove tipologie di stampa.
Il passaggio da stampa offset a stampa digitale è, infatti, solamente uno dei passaggi fondamentali della storia della tipografia. Una volta creata la stampa digitale, nuove tecnologie sono state inventate ed utilizzate per migliorare le performance e ampliare le possibilità, quali la stampa laser e la stampa 3D.
La prima venne ufficialmente introdotta nel 1971 dalla Xerox Corporation.
Il procedimento su cui si basa questa tecnica sfrutta processi elettronici che riescono ad imprimere il contenuto da stampare direttamente sul supporto scelto.
Il vantaggio principale derivante dalla stampa laser è la rapidità di lavorazione: al minuto possono essere stampate oltre ventimila righe.
La stampante 3D invece è l’ultima invenzione dei giorni nostri. Questa tecnica permette di creare oggetti a partire da dei file multimediali. Questi ultimi possono venire creati con software appositi o acquistati direttamente in rete, per poi venire stampati anche privatamente grazie all’uso di stampanti 3D che utilizzano filamenti plastici.
Insomma, tanta strada è stata fatta e tanta ancora se ne farà nel nostro settore, con l’implementazione ormai quotidiana di nuove tecnologie, nuovi software, nuovi materiali.